Per la sua particolare posizione, al confine delle terre pisane, fiorentine e senesi, Castelfiorentino ha sempre avuto un rilievo politico, militare e culturale, che ha favorito lo sviluppo di un patrimonio d’arte di indubbio spessore.

Palazzo Comunale

Il Palazzo Comunale è composto da una parte più antica risalente ad epoca medievale e da un’altra porzione risalente all’800. Nel Diciannovesimo secolo è stato impreziosito dalla torre campanaria con orologio. Sulla facciata principale sono incastonate sei lapidi marmoree che riportano iscrizioni relative agli eventi politici locali e nazionali del periodo compreso fra la metà del Diaciannovesimo e del Ventesimo secolo. Nell’ufficio del Sindaco, è presente su una parete un affresco rappresentante Santa Verdiana fatto dipingere dal Podestà Jacopo Peri, nonostante l’iscrizione sottostante lo riferisca all’anno 1409, le caratteristiche stilistiche, nuovamente visibili dopo un recente restauro, lo pongono nell’ambito della Bottega di Benozzo Gozzoli. Il Palazzo Comunale subì un incendio nel 1544 e fu successivamente ricostruito con le caratteristiche architettoniche che vediamo anche oggi. Nel 1800 venne realizzato il nuovo ingresso del Palazzo Comunale con un nuovo vano scale di collegamento ai vari piani. Il piano secondo divenne sede della Pretura fino al 1980.
Sulla torre campanaria del palazzo comunale è stato posto “Membrino” che, leggenda dice, sia stato il nome di un ragazzo che nel XVI secolo salvò il paese dal saccheggio e dalla distruzione da parte dell’esercito fiorentino di Francesco Ferrucci. Per questo motivo, in seguito, i paesani vollero esprimere pubblicamente la propria riconoscenza nei suoi confronti, collocandone il ritratto a cavallo della campana dell’orologio pubblico. Di fronte al Palazzo Comunale si trova la Collegiata dei Santi Lorenzo e Leonardo.

Biblioteca Comunale Vallesiana

La Biblioteca Vallesiana è un’antica istituzione culturale di Castelfiorentino. La sede è un edificio storico risalente al XVIII secolo. L’inaugurazione risale al 17 novembre 1889 e si deve principalmente al patrimonio librario donato al Comune da Francesco Vallesi, primo sindaco di Castelfiorentino dopo l’unità d’Italia. Vallesi donò alla biblioteca circa 3.000 volumi che furono poi arricchiti da volumi provenienti dalla Società Popolare Circolante (prima biblioteca pubblica del paese). A memoria della prima fase della storia della biblioteca si segnala la presenza di una lapide che ne commemora l’inaugurazione e di un ritratto di Francesco Vallesi, dipinto da Annibale Gatti, nella sala di lettura. Attualmente la biblioteca conta circa 58.000 documenti.
Il patrimonio storico documentario è completato da circa 8000 documenti del fondo antico, circa 7000 foto e diapositive facenti parte dell’Archivio fotografico comunale e una raccolta di manifesti e locandine relative alla sezione locale, oltre a reperti archeologici del territorio.

Porta al Borgo e cinta muraria

Con la sua imponenza segnava un tempo l’ingresso all’interno delle cinte murarie che abbracciavano il castello; oggi, unica superstite nella sua integrità, segna l’accesso al centro storico alto cittadino. La Porta al Borgo si contraddistingue alla vista sicuramente per la presenza dell’edicola nella quale alloggia un grosso orologio, oltre al giglio rosso simbolo della città. Ricostruita nelle sembianze odierne nel XVI secolo, si accompagnava in origine ad altre quattro porte: la Fiorentina, la Pisana, Porta al vento e di Timignano. Una volta oltrepassata, alla destra e alla sinistra è possibile percorrere strade che ancora oggi sono segnate da antichi retaggi, con resti di mura, strutture a contrafforti e di una torretta semicircolare. Nella via che porta da Porta al Borgo fino in Piazza del Popolo, detta “La Costa” (dove si scorgono ancora alcune insegne di vecchi negozi), deviando in Via Terino è presenre un’antica buchetta del vino. Una passeggiata fino alla Pieve dei Santi Ippolito e Biagio, consente di poter ammirare altre tracce ancora intatte dell’antico giro di mura, e di due torri, lì eretto o di passeggiare nel Parco Piovanelli dove si trova l’opera “Alzata con forza” donata dall’artista Davide Dall’Osso.

Casa Garibaldi

La dimora storica è una Villa padronale, che presenta alcune caratteristiche tipiche della casa colonica, situata nella frazione di Petrazzi. In questa casa, l’8 agosto 1867, pernottò il Generale Giuseppe Garibaldi durante la sua visita a Castelfiorentino, mentre stava cercando di raccogliere adesioni in Toscana in vista dell’imminente campagna militare contro lo Stato Pontificio, culminata come è noto con una pesante sconfitta a Mentana. In occasione della visita a Castelfiorentino, il Generale fu ospitato dal proprietario dell’immobile di Petrazzi, Tommaso Giannini, che si era distinto nella campagna di reclutamento durante la III Guerra d’Indipendenza del 1866. La Villa fu successivamente acquistata nel 1883 da Onorato Tinti.

Si presenta ancora oggi con tutte le caratteristiche della dimora storica, avendo conservato intatta l’atmosfera dell’epoca: i suoi arredi ottocenteschi, una collezione davvero preziosa di cimeli di varie tipologie (fra quelle più significative: foto, bandiere di varie dimensioni, stampe che raffigurano i principali protagonisti del Risorgimento nazionale e della dinastia dei Savoia) e anche alcuni documenti, fra i quali una lettera che Giuseppe Garibaldi scrisse il 6 giugno 1876 dall’isola di Caprera, in cui ringraziava gli “amici di Castelfiorentino” per la somma di 246 lire (una somma considerevole per l’epoca) raccolta dai castellani, e da questi ultimi offerti al Garibaldi. Il “pezzo forte” della dimora storica è costituito dalla Camera dove dormì il Generale Garibaldi, dove sono stati preservati gli stessi mobili, anche il letto.

Piazza delle Fiascaie

L’opera del maestro Salvatore Cipolla, situata nell’omonima piazza, è stata inaugurato l’8 marzo 2005. Rappresenta un omaggio della comunità di Castelfiorentino ad uno dei simboli della sua storia politica, sociale, economica degli ultimi 100 e più anni.
L’impagliatura a domicilio dei fiaschi è stata sino dalla fine dell’800 una delle attività più importanti nell’economia di Castelfiorentino ma soprattutto nel panorama del lavoro femminile. Il mestiere di rivestitrice di fiaschi si tramandava di madre in figlia ed era retribuito con salari bassissimi, ma costituiva pur sempre una necessaria ed indispensabile integrazione dello stipendio del marito.
In questa ottica il monumento rappresenta l’attività delle lotte salariali che, dalla fine dell’800, le fiascaie hanno portato avanti per rivendicare i loro diritti.

Altri Palazzi Storici

In pieno Centro, esattamente in Via Palestro, sorge il Palazzo dell’Arciconfraternita della Misericordia, costruito nel 1937 che presenza al centro una torre con orologio. Al suo interno, nella sala delle assemblee sono ospitati, vecchi vessilli e cimeli dell’Arciconfraternita, targhe in travertino e preziose opere pittoriche del 1600 e 1700.
Il Castellare posto in posizione isolata e dominante, raggiungibile a piedi percorrendo un sentiero, della strada che conduce da Castelfiorentino a San Miniato, passando da Casastrada, lungo il tracciato della Via Francigena collinare, dovrebbe risalire, come fortino o torre di vigilanza, al X secolo. A seguito di un recente intervento di restauro e di adattamento ad abitazione ha l’aspetto di una grande villa di campagna mantenendo però le pietre squadrate di origine medievale.
Nel Centro Storico Alto sono molte le case, adesso di proprietà privata, che appartenevano alle nobili famiglie di Castelfiorentino, come Palazzo Brandini e Palazzo Sabatini in Via Pompeo Neri (quest’ultimo effettua anche installazioni e aperture speciali durante In/Canti e Banchi), che al loro interno presentano molteplici affreschi e soffitti cassettonati.
Spostandoci in Via Attavante Attavanti troviamo la Casa Natia di Santa Verdiana, la Santa Patrona di Castelfiorentino, riconoscibile all’esterno da una sua effigie in pietra posta sulla facciata.
Una curiosità: In Via Terino e in Via XX Settembre, nel Centro Storico Alto, sono state ritrovate da poco due buchette del vino, ufficialmente riconosciute come autentiche dall’Associazione Buchette del Vino.

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