Celebrazione del 700esimo anno dalla morte di Dante Alighieri

“LA COMEDIA SUL CORPO”*

Il Dante vecchio e pieno di conoscenze ci osserva con il suo comune sguardo, invitandoci non solo ad apprezzarlo come un uomo che porta la sua “fortuna tra le braccia”, ma a scoprirlo. Se soffermiamo il nostro sguardo nel centro della statua troviamo l’ombelico, il fulcro di tutto.

L’ombelico, oltre ad essere il simbolo della vita, ci illustra l’inizio del suo pellegrinaggio ultraterreno. Nella zona subito sul retro sono modellati i primi bassorilievi:  la selva oscura, simbolo iniziale della “Comedia” dove Dante incontra la sua prima guida Virgilio, Gerusalemme , la  terra santa, e la porta degli inferi .

Se posiamo lo sguardo nella parte inferiore dell’ombelico, inizia la discesa verso l’Inferno,  terra  formata da anime spregiudicate, furiose,  dannate. I cerchi geometrici  che si sviluppano intorno alle gambe di Dante illustrano i nove gironi dell’Inferno, terminanti ai suoi piedi che poggiano sulle acque ghiacciate del Cocito, luogo dove il padre infernale, Lucifero, si è incastrato nella caduta dai cieli.

Al lato della gamba sinistra è possibile scorgere la figura tenebrosa di Lucifero, nei suoi tre volti;  invece in mezzo alle gambe  vediamo una delle due ali del padre infernale,  le quali gelano ogni cosa venga colpita dal suo battito. Adesso tornando con  lo sguardo all’altezza dell’ombelico, ma nella zona retrostante, in area lombare  troviamo, una barchetta che indica il mare dove ha inizio l’antipurgatorio.

Qui Dante è approdato lungo un percorso di risalita nella “natural burella” e la possiamo immaginare al centro della statua, nel tratto che va dal Cocito fino ai lombari.  Dopo l’antipurgatorio osserviamo le sette cornici del Purgatorio, dove le anime attendono il dono di poter accedere al paradiso. Le cornici in bassorilievo riportano l’iscrizione del peccato capitale da espiare. Salendo ancora più in alto, nella zona della nuca, fuoriescono le radici degli alberi del boschetto, area terminale del purgatorio, una zona importante per Dante poiché qui spiccherà il volo verso il Paradiso, terra di anime beate, insieme a Beatrice, sua seconda guida.

Spostando lo sguardo al centro della schiena di Dante, possiamo individuare con molta facilità le 33 vertebre, messe in evidenza per duplice significato: il numero, lo stesso dei canti delle tre cantiche, e senza dubbio la colonna vertebrale, elemento essenziale per la vita e elemento fortemente simbolico per tante tradizioni. Tornando con lo sguardo sulla nuca, tra i capelli di Dante vediamo la fine del Purgatorio, che è segnata dallo svanire graduale delle chiome degli alberi del boschetto. Qui Dante giunge nel luogo dove ogni anime vorrebbe essere, dove regna la pace; il Paradiso.

Tra la capigliatura di Dante troviamo il sistema solare con i suoi sette pianeti, allegoricamente collegati ai primi sette cieli del Paradiso.  Poi susseguono, l’ottavo con le stelle fisse, riconoscibile dalla costellazione dei “Gemelli”, all’apice della testa di Dante si trova il nono cielo, e poi l’empireo, rappresentato dalla “Candida Rosa”, dove risiedono le anime più pure e luminose, qui Beatrice lo lascia per affidarlo a San Bernardo di Chiaravalle sua ultima guida, gli indicherà Maria e lo innalzerà alla visione di Dio ”l’amor che move il sole e l’altre stelle”

*Opera realizzata da Sonia Rossetti

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