Circa centoventi biografie, corredate da foto e documenti inediti, degli antifascisti di Castelfiorentino. Persone comuni: operai, braccianti, artigiani che fin dall’inizio dissero “NO” al movimento fondato da Mussolini, andando incontro a un destino quanto mai incerto. Costretti a emigrare all’estero, in Francia e in Belgio, oppure a rimanere “esiliati” in Patria, subendo arresti, intimidazioni, rappresaglie di ogni tipo. Conseguenze inevitabili di una scelta difficile, sofferta, ma coerente con le proprie idee.

E’ questo il biglietto da visita del volume “Gli Anti-Marcia. I castellani che dissero NO al fascismo”, di Alessandro Spinelli e Marco Mangini, che sarà presentato sabato 9 novembre (ore 16.30) al Ridotto del Teatro del Popolo. Una pubblicazione finanziata dallo SPI CGIL e patrocinata dal Comune di Castelfiorentino, che riunisce in modo integrale i risultati di una ricerca condotta presso il Casellario Politico Centrale (Archivio Centrale dello Stato), lo strumento utilizzato dal regime fascista per “schedare” quella parte della popolazione italiana che riteneva opportuno monitorare in modo costante, sia in Italia che all’estero.

Uno strumento che, paradossalmente, è adesso in grado di restituire le vicissitudini di tanti cittadini che finora erano praticamente scomparsi dalla storia, rendendo loro finalmente giustizia.

Il volume, di cui sono state date alcune anticipazioni attraverso tre eventi espositivi promossi dal Comune di Castelfiorentino, promette molte novità, in quanto nel frattempo la ricerca è andata avanti scoprendo ulteriori particolari inediti. Alla presentazione interverranno – oltre agli autori – Nadia Meacci (segretaria Lega SPI CGIL “Alvaro Bianchi” di Castelfiorentino), la Sindaca Francesca Giannì, il segretario provinciale SPI CGIL, Mario Battistini, il presidente Ires Regionale CGIL, Maurizio Brotini, e infine l’on. Vannino Chiti, Presidente dell’Istituto Storico della Resistenza Toscana. Prevista un’ampia partecipazione da parte dei familiari, provenienti anche da altre località al di fuori della Toscana.

“Fin da giovanissima – osserva la Sindaca, Francesca Giannì – anche per motivi legati alla storia di mio nonno, giovane antifascista e partigiano partito dalle campagne della Sicilia per difendere l’Italia e la nostra libertà, ho sempre manifestato un forte interesse per le vicende degli uomini che parteciparono al movimento dell’antifascismo e della Resistenza, immedesimandomi nei loro sacrifici, nelle difficoltà e nelle privazioni materiali che furono costretti a sopportare, per non parlare dei soprusi, delle violenze e delle detenzioni che avevano subito. Restituire dignità a queste persone, attraverso la memoria, non è solo doveroso nei confronti dei familiari e dei discendenti, ma è anche un segno di riconoscenza che l’intera comunità deve a coloro che, negli anni “bui” del fascismo, coltivarono il sogno di un ideale di giustizia e di libertà”.

“Quando alcuni mesi fa – osserva Nadia Meacci, segretaria SPI CGIL Castelfiorentino – ci fu fatta la proposta di pubblicare un libro che raccogliesse le storie dei cittadini di Castelfiorentino costretti in gran parte ad emigrare per non subire ritorsioni da parte del nascente regime fascista o a rimanere esiliate in patria, non abbiamo esitato un istante ad accoglierla. Le circa centoventi persone schedate offrono un contributo notevole per il valore storico e umano alla conoscenza dell’antifascismo in Toscana e ci consentono di scrivere nel vero senso della parola pagine di storia che sembravano dimenticate”.

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